Il cavalletto. Sapete quando usarlo??

By Richard / Giugno, 16, 2011 / 0 comments

Il cavalletto, o treppiede, è uno strumento indispensabile per ottenere dalle proprie foto il massimo della nitidezza. La regola generale dice che a mano libera non bisognerebbe scattare con tempi più lenti del reciproco della lunghezza focale attualmente in uso: quindi, non meno di 1/50 con un 50mm, di 1/135 con un 135mm… eccetera.

Da anni gli stabilizzatori di immagine sono entrati a far parte di quegli espedienti tecnologici che rendono più facile la vita del fotografo, permettendo l’utilizzo di tempi di posa più lenti di quelli canonici. Tuttavia, permettono di protrarre i tempi in frazioni di secondo, mentre con il cavalletto possiamo prenderci tutto il tempo che vogliamo evitando alcun movimento. In linea di massima, infatti,  non sempre è possibile usare tempi rapidi, a causa della luce disponibile, nemmeno aprendo il diaframma al massimo. Oltretutto, lavorare con il diaframma aperto significa sacrificare in parte la qualità dell’obiettivo (gli obiettivi di solito danno il meglio ad aperture intermedie, da f/5.6 a f/11), e rinunciare alla profondità di campo. Né il ricorso a pellicole più sensibili risolve il problema. Nonostante, infatti, i recenti miglioramenti tecnologici, 800 ASA  non avrà mai la finezza di dettagli e la saturazione dei colori di una 100 ASA. Il cavalletto è composto essenzialmente da tre parti: la testa, la colonna centrale e le gambe. Ognuna di queste parti assolve ad una funzione specifica, ed una scelta oculata del treppiedi non può prescindere da un’attenta valutazione delle caratteristiche di stabilità e resistenza che ogni singolo elemento è in grado di offrire.

La testa è l’elemento che collega la fotocamera al resto del treppiedi. Una buona testa deve essere in metallo (quelle in plastica sono più fragili) e deve consentire il movimento totale nello spazio della fotocamera. Si distingue in base alla tipologia. Abbiamo quella dotata di nodo sferico, che provvede a gestire con un unico comando il posizionamento della fotocamera e quella dotata di comandi separati per il movimento orizzontale, verticale ed il ribaltamento della piastra. La testa a nodo sferico offre una maggiore velocità operativa che si paga in termini di precisione rispetto ad una testa dotata di regolazioni separate.
La colonna è l’elemento di giunzione tra la testa e le gambe.
Le gambe hanno in genere una struttura telescopica con dei blocchi. In questo modo si può selezionare l’altezza del cavalletto, e quindi della fotocamera dal suolo. Le gambe sono un componente fondamentale per la stabilità del cavalletto. In genere, nella parte bassa ci sono dei bracci supplementari che le collegano alla colonna centrale. L’altro collegamento con la colonna centrale avviene tramite la crociera, un pezzo di forma circolare che dovrebbe essere sempre di metallo e che circonda la colonna centrale. L’altezza delle gambe, una volta regolata, viene bloccata attraverso le chiusure, che in genere sono a scatto, o a leva, o a collare, in ordine crescente di affidabilità. Le chiusure a collare sono le più solide ma anche meno pratiche, quelle a leva sono un ottimo compromesso.

Alcuni modelli di treppiede offrono la possibilità di posizionare la colonna orizzontalmente al terreno per potere effettuare tipi di ripresa adatti alla fotografia di documenti e macro. In generale non esiste un cavalletto migliore in assoluto; o meglio, il cavalletto migliore è quello che si adatta di più al nostro modo di fotografare. La dote più importante di un cavalletto è sicuramente la stabilità. I cavalletti migliori sono quelli pesanti e costruiti in robusto metallo. In linea di massima, si dovrebbe comprare un cavalletto che pesi il doppio della struttura che mediamente si andrà a montarci sopra. Negli ultimi anni c’è stata una certa proliferazione di cavalletti costruiti in carbonio, un materiale abbastanza robusto e purtuttavia relativamente leggero; il loro costo, tuttavia,  è piuttosto elevato.

A disposizione
A presto.

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