Cosa si puo’ e cosa non si puo’ fotografare..?? Le liberatorie..

By Richard / Agosto, 30, 2011 / 0 comments

Cerchiamo un po’ di capire cosa si può e cosa non si può fotografare!!

E soprattutto vediamo se qualcuno può obbligarci a cancellare le foto in cui è ritratto.

Analizziamo le “liberatorie”..

Prima cosa fondamentale: nessuno può sottoporci a perquisizione personale o sequestrare materiale in nostro possesso, fanno eccezione le forze dell’ordine in caso di pericolo per l’ordine pubblico o in caso di pronunciamento dell’autorità giudiziaria, quindi nessun vigilantes, guardia giurata, buttafuori ecc.. può chiederci di vedere e cancellare le fotografie.

Scattare è sempre permesso, salvo divieti epliciti, ma cosa diversa è pubblicare le foto scattate.

Per poter pubblicare la fotografia di una persona ci vuole obbligatoriamente la sua autorizzazione a meno che non sia fotografata in determinati contesti. Per i bambini poi la questione si complica ulteriormente, consiglio vivamente di non fotografare bambini che non siano i vostri figli o di chiedere prima il permesso dei genitori per evitare situazioni spiacevoli.

Lo stato italiano tutela la proprietà privata sopra ogni cosa fatto salvo il maggiore diritto comune, questo vuol dire che da un punto di vista legale si può fotografare all’intero di una struttura privata solo se il proprietario (o chi per lui) ci da il permesso.

Come già detto prima però un vigilantes non è comunque autorizzato a visionare e tantomeno cancellare le nostre fotografie. Può però invitarci ad uscire dalla struttura e chiamare le forze dell’ordine che procederanno all’identificazione.

Neppure le forze dell’ordine possono obbligarci a mostrare loro le nostre fotografie seduta stante! Possono però, in caso di sospetti fondati di pericolosità sociale, metterci in stato di fermo e condurci in caserma per accertamenti, lì eventualmente su ordine del giudice possono sequestrarci la fotocamera e visionare le fotografie ma non cancellarle.

Qual è il principio? Il principio ispiratore è che a rigore di legge si è innocenti e sulla fotocamera potrebbero esserci immagini legate alla nostra sfera personale che nessuno può essere autorizzato per legge a vedere, nessuno se non dopo l’autorizzazione di un giudice, può accedere a quelle immagini.

Allora possiamo fotografare aziende private? Come già detto dall’interno della struttura sicuramente no senza autorizzazione, ma dall’esterno sicuramente si. Fanno eccezione quelle strutture pubbliche o private che, per vari motivi, rientrano tra gli obiettivi sensibili ad azioni terroristiche: le strutture Telecom, aziende di produzione e vendita di armi, le varie municipalizzate che gestiscono gli acquedotti, stazioni ferroviarie, dighe e centrali elettriche, insomma strutture chiave per trasporti, telecomunicazioni e servizi essenziali, pubblici o privati che siano.

Per completare il discorso delle “liberatorie” vi lascio 3 video dove si spiegano bene le regole

1.

2.

3.

Quando siamo in viaggio, ogni Stato ha delle regole precise. ecco degli esempi:

Distinguiamo: che cosa non si può per legge fotografare, e che cosa, per una serie di motivi, non è opportuno fotografare. Praticamente ovunque non si possono fotografare residenze presidenziali (fa eccezione il palazzo presidenziale di Dakar, dove le guardie d’onore in giubba rossa si fanno volentieri fotografare a fianco dei turisti, e soprattutto delle turiste), personale e mezzi militari e della polizia, caserme, antenne, ponti, depositi, stazioni, aeroporti, carceri…

La lista è lunga e varia da zona a zona: in Kenya non si può fotografare la bandiera, in Gambia il traghetto che attraversa l’omonimo fiume e che costituisce praticamente (a meno di non compiere un giro di circa 700 km) l’unico mezzo per raggiungere la regione meridionale del Senegal, la Casamance, dal Nord del Paese. In Casamance potreste trovare, a causa della guerriglia indipendentista peraltro molto soft, una maggiore rigidezza nei confronti delle cose fotografabili rispetto al resto del tollerantissimo Senegal. Mai, comunque, puntare l’obiettivo contro un posto di blocco militare. Perché potrebbe capitarvi d’immortalare anche un baldo esponente della Legione Straniera, e questo fa imbufalire i militari senegalesi ma soprattutto i francesi che, a rigore, quel tipo di servizio non dovrebbero farlo.

È meglio non fotografare, in genere, la gente che dimostra chiaramente di non gradirlo, donne velate in zone musulmane, luoghi di culto chiusi ai non praticanti la religione. Una legge del Kenya proibisce di fotografare i Maasai, in pratica è un modo per lucrare copiose mance alle comitive di turisti. Che in genere vengono utilizzate dalla comunità per opere d’interesse comune, per esempio per mantenere la scuola del villaggio, quindi è un obolo che – vedete voi – si può anche versare a cuor leggero.

I giapponesi sono persone cordiali e spesso sorridenti e disponibili (fin troppo se ci interessa coglierle nella loro naturalezza…) ma hanno delle regole piuttosto ferree che è consigliabile rispettare per evitare spiacevoli rimproveri da parte delle onnipresenti guardie. State molto attenti ai cartelli poiché è sempre ben specificato dove si può e non si può fotografare (come all’interno dei templi scintoisti…). Dove non è presente alcuna indicazione sentitevi pure liberi di usare il vostro buon senso ricordando di essere in un paese dalla cultura e dai modi di fare radicalmente diversi dai propri. Dopo una foto concessa ringraziare con un Doomo arigatoo ad uno o più inchini (a sguardo rigorosamente basso) è sempre benvisto e consigliato.

State attenti.

A disposizione

A presto

 

 

Fonte: CLickBlog

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